Il passo della Barchetta

Ora si chiama Ponte della Barchetta ed è diventato il portale di accesso a Campogalliano per i ciclisti, gli scooteristi ed i pedoni, ma è sempre stato solo il Passo della Barchetta. Solo dall’aprile del 2000  è per al prima volta un vero ponte e congiunge Campogalliano con Modena.  La struttura attuale, nata dalla collaborazione dei due Comuni, su  progetto dell’architetto Luca  Romano, pesa 75 tonnellate ed è lunga 55 metri. Non ha strutture nell’alveo del fiume e si nota da lontano per l’arco in ferro, leggermente inclinato(15°), che sorregge una passerella in legno pronta ad affrontare le piene del Secchia, dal quale è sollevata di 9 metri (livello medio).

Sono proprio le piene del Secchia, oltre alle vicende della storia, che hanno caratterizzato le alterne sorti di questo passaggio. In tempi antichi il passaggio avveniva sul letto del fiume, ovviamente quando la quantità di acqua lo permetteva. Si parla per la prima volta del Ponte della Barchetta nel  1277 quando fu emanato un decreto per la costruzione di un ponte che avrebbe dovuto essere di legno. Il luogo in cui doveva sorgere, ma non sappiamo se fu mai costruito, doveva essere Majagallo (nome sopravvissuto nella attuale via Magnagallo).  Nel 1600 e 1700 sappiamo che il passo era costituito da barche e nelle sue vicinanze si trovavano edifici in cui viveva il passatore e dai quali, grazie alle altane, si poteva tenere sotto controllo l’andamento della piena. In quell’epoca faceva parte della via Maestra del Marchesato.

Durante la guerra i tedeschi costruirono un ponte in legno,  ma nel primo dopoguerra il passaggio era consentito solo ai pedoni ed ai ciclisti  (con bici a mano!) attraverso una passerella, che però era soggetta alle piene.  Quando l’acqua era più alta era un passatore che, in cambio di un pedaggio, (che come ricordano i vecchi di Campogalliano era arrivato a 15 lire al mese per gli studenti) faceva passare sull’altra sponda.  Questa situazione con  la passerella  sempre più insicura, durò fino al 1966, quando la piena distrusse definitivamente i piloni che  la reggevano. Venne così interrotto un collegamento che era molto utilizzato dai pedoni e dai ciclisti di Campogalliano, per recarsi a Modena, e che permetteva di non percorrere il lungo e pericoloso stradone  che collega Campogalliano a Ponte Alto.

Ora il ponte collega di nuovo Campogalliano con Modena, attraverso un pioppeto, oltre l’argine, attraversando gli abitati di  Tre Olmi e Quattro Ville fino al Cavalcavia della Madonnina  ed è intermente percorribile in bicicletta, in scooter (limitatamente ai giorni feriali) ed a piedi, essendo la distanza dal ponte al Cavalcavia della Madonnina di soli 7 km e consente ai Modenesi di percorrere la strada in direzione inversa fino ai laghi Curiel e al Parco fluviale del Secchia attraverso una via quasi interamente lontana dalle macchine e dai pericoli del traffico.

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